Respirazione del suolo

Il respirazione di un suolo ci dà la misura delle emissioni di carbonio (C - CO2), provenienti principalmente dalla decomposizione della materia organica attraverso la via aerobica (respirazione microbica), dalle radici dell'erba e dalla fauna del suolo, e anche dalla dissoluzione dei carbonati. È una misura della salute del suolo in quanto fornisce il livello di attività microbica, il contenuto di sostanza organica e la sua mineralizzazione. La misura del rilascio di C - CO2 è indicata in kg/ha/d. In questo processo, il fosforo organico, l'azoto e lo zolfo vengono convertiti in forme inorganiche. Questo processo è noto anche come mineralizzazione carbonica.

La respirazione dipende da diverse variabili, come la temperatura, l'umidità e l'aerazione. Il tasso di respirazione raddoppia ogni 10 gradi fino a raggiungere i 35-40 gradi, al di sopra dei quali le temperature sono limitanti; è limitato anche al di sotto dei 5 °C. Il tasso di respirazione aumenta anche con l'aumentare della VWC fino a livelli di saturazione, dove questo tasso inizia a diminuire e si verifica l'anaerobiosi con denitrificazione e volatilizzazione dello zolfo.

In situazioni di saturazione, i microrganismi iniziano a utilizzare NO3 e nitrati al posto dell'O2 per la decomposizione della materia organica, con conseguente denitrificazione e perdita di N2 in forma gassosa. Anche il rapporto C/N gioca un ruolo fondamentale in questi processi: un rapporto C/N di 8 è quello ottimale per una buona mineralizzazione della materia organica.

Sono disponibili dispositivi da campo per la determinazione o per i test di laboratorio. Questi kit di test consistono in dispositivi "in situ" con agenti chimici, che cambiano colore a seconda della presenza di CO2. Un esempio è il Draeger-tubes®.

Nei profili delle superfici sportive la CO2 prodotta è molto più alta che in altri tipi di ambienti, a causa dell'alta densità, della porosità e dell'intensità della manutenzione.